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Mobutu Sese Seko, Marshal.

Fino al 1972 Joseph Désiré Mobutu. Generale e uomo politico dello Zaire. Sottufficiale dell'esercito a partire dal 1948, abbandonò il servizio nel 1955 per dedicarsi al giornalismo e agli studi di sociologia e di economia. Nel 1958 aderì al Movimento nazionale congolese di P. Lumumba e partecipò alle trattative per l'indipendenza congolese (Bruxelles 1959-60). Fu segretario di Stato durante il Governo Lumumba e successivamente capo di Stato Maggiore con il grado di colonnello. L'inizio della crisi per la secessione del Katanga determinò il suo distacco da Lumumba, finché, determinatosi un conflitto fra questi e il presidente J. Kasavubu, M. si schierò a favore di quest'ultimo determinandone la vittoria. Anche l'alleanza con Kasavubu era, tuttavia, destinata a durare poco: nel novembre 1965, M. depose il presidente Kasavubu, autoproclamandosi capo dello Stato. Nel corso del 1966, M. assunse anche le cariche di primo ministro, ministro della Difesa e degli Esteri; nel 1967 rafforzò ancora di più la sua posizione con il varo di una nuova Costituzione presidenzialista. Le elezioni del 1970, in cui M. era candidato unico, legittimarono la sua posizione di presidente. Privo di precisi riferimenti ideologici e senza un programma politico ed economico definito, M. diede vita a un regime autoritario basato sul culto della personalità e su un acceso nazionalismo: così nel 1971, nell'ambito di una campagna per la rivalutazione delle tradizioni africane, non solo cambiò il nome dello Stato da Congo a Zaire, ma impose anche che tutti i cittadini assumessero nomi africani (egli stesso prese il nome di Sese Seko). Sempre agli anni Settanta risalgono una serie di nazionalizzazioni, nell'ambito di una politica volta a un controllo diretto dello Stato sull'economia. Rimasto sempre strettamente legato politicamente e finanziariamente all'Occidente e in particolar modo alla Francia, fu l'intervento francese a salvarlo in occasione della rivolta della regione dello Shaba (1977-78). Nel 1983 offrì un'amnistia agli esiliati politici, ma furono ben pochi coloro che accolsero l'invito a ritornare in patria, preferendo continuare a lottare contro il regime dall'estero. Le elezioni del 1984, svoltesi in un clima di grande tensione, determinato da manifestazioni antiregime e da attacchi di ribelli, lo videro, malgrado le opposizioni, nuovamente vincitore. Gli anni Novanta furono contraddistinti da un netto peggioramento delle condizioni politiche ed economiche del Paese: in un clima caratterizzato da un tasso di inflazione molto alto, da lotte fra i vari clan, da spinte autonomistiche regionali, dall'esodo nello Zaire di masse di profughi ruandesi e dalla forte opposizione del partito capeggiato da E. Tshisekedi, M., pur mantenendo strettamente nelle sue mani la carica di presidente, fu costretto a continui rimpasti di Governo e a rinunciare a parte delle prerogative presidenziali. Visto con sospetto dai Governi del Belgio (ex potenza coloniale) e degli Stati Uniti d'America (che nel 1996 arrivarono a rifiutargli il visto d'ingresso per partecipare alla Conferenza di Atlanta sulla crisi della regione dei grandi laghi africani) ottenne più volte riconoscimenti ufficiali in Francia, riuscendo tra l'altro a stipulare, nel 1996, un accordo di cooperazione indiretta con J. Chirac. Nel 1997, travolto dalla ribellione delle forze democratiche di liberazione del Congo-Zaire, è stato deposto dalla carica di presidente e costretto a riparare all'estero (Lisala, Equateur 1930 - Rabat 1997).